Volevo mostrare le Alpi di casa mia, a chi le Alpi le conosce bene, ma non quelle ticinesi. Desideravo mostrare il particolare connubio tra lago e montagne a chi il lago a casa non ce l'ha… Gli itinerari con queste prerogative sono tanti, ho optato per le montagne a due passi da casa mia, luoghi che ho già percorso e ripercorso in tutte le stagioni e ogni volta con particolari emozioni, e anche questa volta le sorprese e le emozioni ci hanno colti tutti quanti. Per domenica 17 gennaio, data prevista per la gita, il bollettino nazionale delle valanghe annunciava una giornata favorevole al sud delle alpi con un moderato pericolo di valanghe (grado 2). Meteo Svizzera segnalava annuvolamenti la mattina e schiarite al pomeriggio. Speravo tanto che le nuvole fossero d'alta quota, invece quando ha suonato la sveglia ho dovuto constatare che le nuvole si trovavano già a basse quote formando una nebbia diffusa e che tutto il paesaggio era grigio nel grigio, anche le montagne erano completamente celate. Cosa fare? Ero fiduciosa che Meteo Svizzera avesse ragione, così ho annunciato a tutti di prolungare il sonno o la colazione e di ritrovarsi un'ora più tardi. Effettivamente all'ora dell'incontro si incominciava a intravedere qualche timida chiazza di cielo blu, ma più ci avvicinavamo alla partenza della nostra gita con le racchette più la nebbia era fitta. Poi c'è stato chi, giunti sul luogo della partenza, si è accorto che aveva dimenticato le racchette a casa… e di nuovo si è posta la domanda: cosa fare? Qualcuno ha proposto, vista la nebbia e l'ora tardiva, di salire tutti in macchina e di andare a mangiare una pizza in compagnia… ma la compagnia era tenace. Così siamo tornati a prendere le racchette! Ma la nebbia non dava tregua e la partenza l'abbiamo affrontata nel grigio più fitto. L'itinerario era perfettamente chiaro, ma dopo alcune centinaia di metri di dislivello, una cara amica, esperta racchettara, convinta di dover affrontare il crinale del monte, ci propone involontariamente un'altra via. Avevo già affrontato parte di quella via in altre stagioni, ma mai con la neve e le racchette ai piedi, consultando la cartina e considerando l'orografia del terreno e la nivologia, mi sono detta, perché no? E grazie a lei, da quì via, abbiamo scoperto la magia! La vista della catena delle Alpi e del Lago Maggiore era ancora nascosta dalla nebbia, così il nostro sguardo si è concentrato sugli elementi vicini. Nei giorni precedenti vento, neve e gelo hanno creato sui rami del faggeto effetti spettacolari: cristalli di neve e ghiaccio come piume al vento! Tronchi piumati come zampe d'animali! E mentre ci siamo persi ad osservare queste meraviglie, il bosco piano piano si é tinto di un'aurea bluastra, paesaggio surreale. Da lontano, come piccoli quadretti nella nebbia, immagini di città, di creste innevate, giochi di veli bianchi che si spostavano, che al contempo celavano e mostravano paesaggi. Che meraviglia! Così, adagio adagio i faggi con le loro chiome bianche e ricciolute si sono stagliati contro un cielo di un blu intenso, e la cresta delle montagne come una corona sporgeva dal mare di nebbia. Dopo altri metri di dislivello il paesaggio nel quale ci trovavamo si è mostrato con tutta la sua bellezza. Non abbiamo raggiunto la vetta a causa dell'ora tardiva, ma abbiamo raggiunto, e direi oltrepassato, lo scopo e le aspettative della giornata. Grazie a tutti per la fiducia, ne è valsa la pena! |