Nei miei occhi immagini di questo paesaggio rude, forte, altiero e senza pietà, di una bellezza insormontabile... Così sono loro, figli di pastori, rudi, forti ma quando riesci ad avvicinarli, diventano dolci a modo loro, e i loro occhi brillano di un'intensità come il mare che si trova oltre qualche cima, un mare turchese. E poi sentirli cantare ti vengono i brividi, e li invidi per la cultura millenaria che portano nel cuore e nelle vene... Dove l'abbiamo lasciata noi la cultura delle nostre valli? Nei racconti di qualche libro o nelle parole di pochi volti anziani ancora in vita, ma noi non la portiamo sulla nostra pelle come loro...
E poi quel miele di un sapore forte e dolce al contempo, sopra la ricotta a colazione, o mescolato con le mandorle e il bianco dell'uovo nel torrone, non mi ricordavo di aver perso la testa per quel miele anni fa... ma é proprio vero, con il passare degli anni si cambia, e si aprezzano altre cose... e il mirto, ma quella é ancora tutta un'altra storia...
I miei scarponi sono rimasti a lungo bianchi, pieni di polvere di calcare e dolomie, frammenti di pietre di quei luoghi... ci devo tornare!
Che contrasto incredibile con la dolce campagna di Arzachena o con le rosse coste della Gallura, dove spuntano fiori in ogni dove: corbezzolo, erica arborea, pruno caprino, lavanda selvatica, cisto marino, lavatera arborea, asfodeli in ogni dove e tanti altri fiori e profumi, sì, perché la Gallura in questa stagione profuma, é inebriante e ti stordisce dolcemente...
È la terra dei sensi, per chi la sa guardare, per chi sa cogliere, perché sempre ancora c'é chi sfreccia via ad alta velocità anche sulle strade sterrate e non coglie niente di tutto ciò: in auto non senti i profumi e non vedi i piccoli fiori rari!
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